martedì 6 ottobre 2009

lezione 01-10-09

terza lezione: TEHCHING HSIEH

  
TEHCHING HSIEH (Sam) è un artista newyorkese originario di Taiwan, il suo lavoro consiste in sole 6 opere, sei performance che durano vent'anni (1978-1999).

cit. "Non importa ciò che faccio, io passo il tempo."

nel 1978 comincia la prima delle sue 5 performance della durata di un anno (un anno è una misura base per il conteggio del tempo, la terra impiega un anno per girare intorno al sole - rivoluzione):

"Cage Piece" prevedeva che l'artista rimanesse per un anno rinchiuso in una gabbia di legno all'interno del suo studio, munito solo di una coperta, un letto e un lavandino. Per la durata dell'anno egli non avrebbe avuto il permesso di parlare, leggere, guardare la tv o ascoltare la radio, chiuso in una stanza, in una gabbia, nella solitudine del suo pensiero, tutti gli stimoli esterni sarebbero stati ridotti a ZERO.

la seconda opera "Time Clock Piece" copre l'arco di tempo tra il 1980–1981
per un anno l'artista si è imposto di timbrare il cartellino con un orologio meccanico ogni ora. L'obliteratrice da ufficio all'interno dello studio è lo strumento comunemente usato per scandire le ore di lavoro in fabbrica, il fatto che si trovi nel luogo in cui si suppone egli debba "creare" è una scelta che parla della frustrazione del "fare" artistico, porta a riflettere sulla ripetizione del gesto che porta all'alienazione, allo stesso modo anche sulla volontà di certificare continuamente la propria presenza. L'opera è documentata da una macchina da presa 16mm che catturava un'immagine di Hsieh ad ogni obliterazione, il risultato è un film che contiene tutti questi istanti messi in successione, il tempo di anno in 8765 frammenti che si consumano in pochi minuti.

Nel 1981–1982 abbiamo "Outdoor Piece".
Hsieh stabilisce che per la durata di un anno non avrebbe potuto stare in un luogo chiuso da un tetto, l'esatto opposto di "Cage Piece". L'opera è documentata da un video documentario della vita di strada dell'artista, alcune foto, gli inviti dei 4 vernissage che sono avvenuti durante la performance in luoghi all'aperto della città, e le mappe dei percorsi che percorreva ogni giorno, appuntate con report e riflessioni su ciò che accadeva nella giornata. Purtroppo la Performance non potè concludersi,la polizia obbligò l'artista ad entrare in un commissariato senza prestare troppa attenzione alle sue proteste.

In "Rope Piece" (1983-1984) Sam rimane legato per un anno all'artista Linda Montano con una corda di 8 piedi allacciata alla vita. I due non dovevano avere nessun tipo di contatto fisico per la durata della performance.
I due prima dell'inizio dell'opera non si conoscevano, hanno dovuto imparare a condividere tutti i momenti quotidiani anche i più intimi, senza che questo li portasse ad essere per forza più intimi, la vicinanza fisica non è sinonimo di vicinanza emotiva.

In "No Art Piece" (1985–1986) lo statement prevede che l'artista non faccia arte o si occupi di arte per un anno.
Ovviamente il paradosso è che l'opera d'arte si compia nel suo "non-farsi". Mentre nelle altre One-year performance abbiamo un atto quasi agonistico, uno sforzo fisico ai limiti della mortificazione, questo lavoro mette in evidenza meglio delle altre il punto critico del fare artistico: l'artista si limita a vivere e questa e la sua opera.
La scelta di stabilire una durata nel tempo dell'esistenza è un po' come mettere una cornice alla vita, come scattare una foto.

La sesta performance, quella con cui Sam si è congedato dal mondo dell'arte ritenendo il suo percorso concluso,

inizia nel 1986 quando annuncia che il contenuto del lavoro sarebbe stato reso pubblico dopo 13 anni, il 1 gennaio del 2000. Quel giorno lesse finalmente un documento che diceva “Io, Tehching Hsieh, sono sopravvissuto”. La regola era quindi quella di doversi mantenere in vita all'inizio del nuovo millennio. 

http://www.one-year-performance.com/

qui di seguito un imitatore del time clock piece

http://www.youtube.com/watch?v=6B26asyGKDo

 

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