Seconda lezione Martedì 29 Settembre:
La domanda da cui siamo partiti è: Quanto la nostra concezione del tempo è condizionata dallo spazio?
Spazio e Tempo orientano e organizzano tutto il nostro pensiero.
Si iniziò a pensare alle varianti Spazio Tempo già nel '400 con l'invenzione della Prospettiva, teoria che tentò d'interpretare ed ordinare la realtà creando un percorso preciso.
Il filosofo di fine '700, Immanuel Kant, ha analizzato queste due categorie trascendentali definendole come elementi attorno ai quali si struttura la possibilità stessa del pensiero.
Spazio e Tempo sussistono anche in assenza di realtà umana la quale ne viene inevitabilmente condizionata: è perciò impensabile vivere al di fuori di questa categoria.
L'antropologo Victor Turner nel suo libro Antropologia della performance, afferma che la prospettiva inaugura tutta l'epoca moderna, rivoluzionando l'interpretazione della realtà.
Il principale aspetto che caratterizzò tale rivoluzione culturale fu quella di rendere il mondo misurabile e razionalizzato, ordinando tutti i campi possibili, dalla produzione all'economia, dalla medicina all'arte.
Molto spesso alla rappresentazione del tempo, nello spazio si fa corrispondere un linea, ma tale immagine è una forzatura è un spazializzazione del tempo. Infatti la durata dell'esperienza del tempo non è coerente con misurazioni di tipo lineare.
Perciò il tema centrale di tale corso è l'esperienza emotiva-soggettiva del tempo che risulta essere non coerente con la sua misurazione oggettiva.
Il concetto di uguale non esiste. Il termine uguale è logico ma appartiene alle relazioni logiche, invece le relazioni dell'esperienza sono approssimative non si accostano perfettamente.
Galileo disse:" Tutto ciò che si puo' misurare rende misurabile tutto ciò che non lo è".
Da questa affermazione sorge il problema dell'impossibilità di misurare il mondo.
Al fine del lavoro artistico a noi non interessa quale sia giusto o sbagliato, ogni teoria deve entrare ed essere manipolata all'interno del progetto artistico, mettendo in discussione ogni certezza relativa.
Misurare significa rappresentare una differenza tra oggetto che misura e soggetto misurato.
Infatti già Hiddenberg, fisico nucleare, affermò che qualunque atto di misurazione di per sè modifica il risultato finale dell'esperimento.
Tale fenomeno è chiamato OBSERVER DEPENDENT :sono tutti quei fenomeni in cui l'osservatore influenza l'osservato.
Questo concetto è molto importante perchè tutti i fenomeni relazionali dell'arte relazionale rientrano in questa categoria.
Risulta perciò difficile distinguere l'opera dal pubblico, quest'ultimo infatti influenza l'opera e non ne è più estraneo.
Turner nel sul libro introduce anche il concetto della performance, dove gli attori sono in posizione consapevole dell'essere osservati, spostando l'attenzione sul processo. L'attenzione verso la performance porta alla processualizzazione del tempo, ovvero verso l'attenzione e non tanto alla numerabilità, quanto agli eventi singolari che avvengono durante il processo nel tempo della performance.
Oltre al processo è importante la contestualizzazione.
Fenomeni di esecuzione: modo in cui noi eseguiamo l'atto linguistico che è specifico. Si distinguono due livelli, il primo è per tutti, mentre l'altro livello è infinito ed è caratterizzato da tanti fenomeni.
Sono appunto quei processi che possono essere analizzati ma non possono essere previsti in anticipo ed hanno a che fare con le modalità soggettive dei soggetti.
L'attenzione di questi fenomeni sposta la nostra spazializzazione del tempo astratta verso un tempo di fenomeni di esecuzione umani reali ma non misurabili.
Turner associa il concetto di performance ad una nuova interpretazione del tempo che diventa da spazializzato e misurabile a processuale, nel quale non contano più le misure ma i fenomeni di esecuzione.
Ad esempio si puo' affermare che l'opera d'arte non è finita nella mostra, ma l'opera inizia nella mostra, oppure l'opera è alla fine della mostra.
Conclusioni:
Dare importanza a fenomeni di esecuzione (incidenti eventi impevedibili) non significa non organizzare la performance nei criteri di partenza, anche perchè solo se io organizzo la performance ho la possibilità di organizzare un processo.
I parametri vengono decisi dall'attore che segue tutto il suo progetto e i parametri di esecuzione accettano l'imprevedibilità che si manifesta e devia le linee del suo progetto iniziale.
Perciò SI' ai fenomeni di esecuzione NO all'entropia.
La domanda da cui siamo partiti è: Quanto la nostra concezione del tempo è condizionata dallo spazio?
Spazio e Tempo orientano e organizzano tutto il nostro pensiero.
Si iniziò a pensare alle varianti Spazio Tempo già nel '400 con l'invenzione della Prospettiva, teoria che tentò d'interpretare ed ordinare la realtà creando un percorso preciso.
Il filosofo di fine '700, Immanuel Kant, ha analizzato queste due categorie trascendentali definendole come elementi attorno ai quali si struttura la possibilità stessa del pensiero.
Spazio e Tempo sussistono anche in assenza di realtà umana la quale ne viene inevitabilmente condizionata: è perciò impensabile vivere al di fuori di questa categoria.
L'antropologo Victor Turner nel suo libro Antropologia della performance, afferma che la prospettiva inaugura tutta l'epoca moderna, rivoluzionando l'interpretazione della realtà.
Il principale aspetto che caratterizzò tale rivoluzione culturale fu quella di rendere il mondo misurabile e razionalizzato, ordinando tutti i campi possibili, dalla produzione all'economia, dalla medicina all'arte.
Molto spesso alla rappresentazione del tempo, nello spazio si fa corrispondere un linea, ma tale immagine è una forzatura è un spazializzazione del tempo. Infatti la durata dell'esperienza del tempo non è coerente con misurazioni di tipo lineare.
Perciò il tema centrale di tale corso è l'esperienza emotiva-soggettiva del tempo che risulta essere non coerente con la sua misurazione oggettiva.
Il concetto di uguale non esiste. Il termine uguale è logico ma appartiene alle relazioni logiche, invece le relazioni dell'esperienza sono approssimative non si accostano perfettamente.
Galileo disse:" Tutto ciò che si puo' misurare rende misurabile tutto ciò che non lo è".
Da questa affermazione sorge il problema dell'impossibilità di misurare il mondo.
Al fine del lavoro artistico a noi non interessa quale sia giusto o sbagliato, ogni teoria deve entrare ed essere manipolata all'interno del progetto artistico, mettendo in discussione ogni certezza relativa.
Misurare significa rappresentare una differenza tra oggetto che misura e soggetto misurato.
Infatti già Hiddenberg, fisico nucleare, affermò che qualunque atto di misurazione di per sè modifica il risultato finale dell'esperimento.
Tale fenomeno è chiamato OBSERVER DEPENDENT :sono tutti quei fenomeni in cui l'osservatore influenza l'osservato.
Questo concetto è molto importante perchè tutti i fenomeni relazionali dell'arte relazionale rientrano in questa categoria.
Risulta perciò difficile distinguere l'opera dal pubblico, quest'ultimo infatti influenza l'opera e non ne è più estraneo.
Turner nel sul libro introduce anche il concetto della performance, dove gli attori sono in posizione consapevole dell'essere osservati, spostando l'attenzione sul processo. L'attenzione verso la performance porta alla processualizzazione del tempo, ovvero verso l'attenzione e non tanto alla numerabilità, quanto agli eventi singolari che avvengono durante il processo nel tempo della performance.
Oltre al processo è importante la contestualizzazione.
Fenomeni di esecuzione: modo in cui noi eseguiamo l'atto linguistico che è specifico. Si distinguono due livelli, il primo è per tutti, mentre l'altro livello è infinito ed è caratterizzato da tanti fenomeni.
Sono appunto quei processi che possono essere analizzati ma non possono essere previsti in anticipo ed hanno a che fare con le modalità soggettive dei soggetti.
L'attenzione di questi fenomeni sposta la nostra spazializzazione del tempo astratta verso un tempo di fenomeni di esecuzione umani reali ma non misurabili.
Turner associa il concetto di performance ad una nuova interpretazione del tempo che diventa da spazializzato e misurabile a processuale, nel quale non contano più le misure ma i fenomeni di esecuzione.
Ad esempio si puo' affermare che l'opera d'arte non è finita nella mostra, ma l'opera inizia nella mostra, oppure l'opera è alla fine della mostra.
Conclusioni:
Dare importanza a fenomeni di esecuzione (incidenti eventi impevedibili) non significa non organizzare la performance nei criteri di partenza, anche perchè solo se io organizzo la performance ho la possibilità di organizzare un processo.
I parametri vengono decisi dall'attore che segue tutto il suo progetto e i parametri di esecuzione accettano l'imprevedibilità che si manifesta e devia le linee del suo progetto iniziale.
Perciò SI' ai fenomeni di esecuzione NO all'entropia.
auronda 1/10/09
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