Introduzione lunedi 29 settembre e lezione martedi 30 settembre.
Il corso ruota intorno al concetto di “non capire”. Il punto di partenza è l’analogia etimologica fra “capire” e “capitale”.
In effetti CAPIRE proviene dal latino CAPERE – prendere, ma anche contenere – da cui i termini “capiente”, “capace” (abile, ma anche “in grado di contenere”), catturare etc.
CAPITALE invece deriva da CAPUT (genitivo CAPITIS), che significa testa, punto di inizio, sommità, da cui i termini “capitalismo” (possesso e/o accumulo di “capi”, di bestiame ovvero di uomini), “capitàno” (colui che comanda), “capitare” (accadere d’improvviso).
Tale analogia etimologica può far pensare al “capire” come:
1 - “fare proprio” un certo significato (notare la similarità fra attribuire una proprietà ad un evento e dargli un significato);
2 - inserirlo in un determinato contesto, ovvero definirlo, de-limitarlo, chiuderlo;
3 - uniformarlo rispetto a ciò che si conosce già;
4 - accumularlo (attribuzione di importanza alla memoria).
In opposizione il “non capire” potrebbe avere a che fare con uno stato di passività-indifferenza, ma anche con:
A - uno stato di sospensione o di tensione (desiderio);
B - uno stato di accessibilità, disponibilità.
Se quindi il “capire” è soprattutto legato al contenuto (il significato) di un determinato evento, il “non capire” è piuttosto legato ad uno “stato” del soggetto, ad una sua attitudine, quindi ad un processo. Il laboratorio tenterà di dare alle fasi e alle modalità di tale processo un’importanza almeno pari rispetto ai contenuti, ai prodotti di esso.
Presentazione del docente e della collaboratrice Filipa Ramos.
Brevi auto-presentazioni degli studenti.
Chiarimenti sulle modalità di svolgimento del laboratorio, che sarà orientato alla ideazione e realizzazione di progetti individuali e collettivi sul tema ovvero sull’esperienza del “non capire”.
Lo scopo del corso non è quello di dimostrare e nemmeno presentare una teoria; piuttosto si cercherà, con l’ausilio di testi e opere di diversi autori, di stabilire paralleli, ma anche di ricevere spunti e approfondimenti.
Alla fine della lezione gli studenti vengono invitati a compiere, tutti individualmente due “esercizi”:
1) annotare e registrare tutto ciò che, nelle 24 ore successive, “non viene capito”;
2) produrre uno o più immagini (disegni o altro) che si ritengono incomprensibili, ovvero impossibili da capire.
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