lunedì 20 ottobre 2008

Laboratorio 6 Ottobre 2008

06/X/2008

1.situazioni in cui bisogna scontrarsi con il non capire
discussione intorno alle esperienze personali dei partecipanti al corso in merito all’esercizio:
-registro mentalmente o annoto tutte le condizioni in cui c’è qualcosa che non capisco durante la giornata, riflettendo sulla condizione stessa in cui mi mette l’esercizio, e quindi di come mi sento nella situazione di colui che registra qualcosa che non capisce ( visto che solitamente non ci si farebbe caso)

2.the apple. F.R. David. EDITORIAL. Stuff and Nonsense. Inverno 2008
(Mots et Choses)

Lettura e commento dell’articolo.

L’articolo riflette sulla tirannia della comunicazione, che da una sorta di “regime estatico” (come l’aveva menzionata Jean Bauillard) si è trasformata lentamente in una “genuina dittatura”, a cui non ci accorgiamo di essere costantemente sottoposti.
La comunicazione sembra essere diventata l’unica ragione dell’essere e le capacità comunicative sono valutate con la massima considerazione: ecco perchè desideriamo opere, mostre e istituzioni d’arte, ed esigiamo che esse si esprimano in modo chiaro e diretto. Alle volte non ci rendiamo nemmeno conto di sentirci dire esattamente quello che vorremmo sentirci dire, quasi in modo scontato e gratuito.
Deleuze e Guattari vedono nell’arte qualcosa di totalmente diverso e lontano da questo bisogno: l’arte non è una forma di comunicazione e i lavori artistici non hanno lo scopo di aumentare la cacofonia comunicativa in cui è immerso il mondo contemporaneo.
Ciò che ci attrae nell’arte è proprio l’opposto: la promessa di una possibile fuga dalle ragioni totalizzanti e omnicomprensive che fanno capo alla comunicazione, una resistenza ai modelli convenzionali utilizzati per creare un significato.
Bruce Nauman, nella sua celeberrima opera realizzata con i neon nel 1967, scrive: “Il vero artista aiuta il mondo svelando delle verità mistiche”. Il vero artista è quindi colui che rivela i non sensi e la manifestazione multisfaccettata dell’assurdo: non comunica, non aiuta a comprendere la realtà del mondo, ma riflette trasversalmente intorno a concetti, sottigliezze, “irriducibili opacità”.
John cage, con 4’33’’, mette in scena il silenzio, il contesto dell’opera, il suo vuoto, la sua parte mancante e allo stesso tempo complementare, essenziale: la sua parte non comunicativa, taciuta, ma allo stesso tempo imprescindibile, quasi fosse la sua stessa essenza.
A livello personale l’arte sembra attrarci soprattutto quando “non vuole parlare con noi” o quando “non ha niente da dire”.
Il profondo mistero delle cose è infatti legato al loro tacere, al loro silenzio, al loro non essere palesi: l’articolo si conclude con una riflessione sul “cercare di non dire niente dell’arte”.



Alla lettura dell’articolo segue una riflessione sull’esigenza della ‘produzione’ nell’arte ( e non solo della comunicazione): il fine è produrre qualcosa, l’artista subisce molte pressioni per il suo fare.
Per quanto riguarda la realizzazione delle mostre, l’attenzione si sposta dal fare alla semplice ‘comunicazione’ dell’evento, dall’oggetto artistico all’evento in sé.


Bibliografia di riferimento:

Foucault, Le parole e le cose, Rizzoli, 1998
Foucault identifica le leggi che hanno determinato la struttura del nostro pensiero.

Deleuze e Guattari, Che cos’è la filosofia?, Einaudi, 2002
E’ più importante ricercare delle verità: la loro possessione è impossibile.
“A noi non manca la comunicazione, al contrario, ne abbiamo troppa”: posiamo pensare al mondo dell’arte come ad uno spazio ermetico dove la comunicazione non deve essere per forza presente.

Jean Baudrillard, The ecstasy of Communication, 1987
La sfera del privato, dell’individuo nella società,
L’oscenità inizia dove non c’è più spettacolo: dove tutto diventa immediatamente visibile.
L’estasi della comunicazione è peggiore dell’alienazione.

Marshall McLuhan, The medium is the message, 1967
Studio degli effetti prodotti dalla comunicazione nella società e nei singoli individui. La tecnologia determina la struttura della comunicazione e modula l’immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti dell’informazione: “il mezzo è il messaggio”.

Gianpiero Gamaleri, La galassia McLuhan. Il mondo plasmato dai media, Armando, 1976
Professore di sociologia che introduce gli studi di McLuhan in Italia.


3.costruzione di uno schema semantico partendo dal tema del laboratorio.

Ogni partecipante al corso è invitato a scrivere su un cartellone disposto al centro del tavolo delle parole che riflettano sul tema del capire e del non capire, e successivamente a collegarle tra loro con delle frecce.

Sono emerse le parole:
patto, segreto, manifestazione, archivio, memoria, chiave, organizzazione, necessità, ordine, matematica, linguaggio, comprensione, conoscenza, traduzione, interpretazione, non contraddizione, condivisione, comunicazione, scoperta, sopravvivenza, sesso, piacere, sogno, sfumature, mistero, perduto, scarto, economia, lusso, scambio, valore.



Caterina Rossato

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