Lezione del 13/x/2008
scusate il ritardo
Nella prima parte della lezione è continuata la lettura de Il carattere di feticcio della musica e la regressione dell'ascolto di Adorno.
Nel terzo libro de La Repubblica di Platone l'autore si scaglia contro un certo tipo di musica che si proporrebbe come dannosa nei confronti della società; si tratterebbe della musica "d'evasione" antiautoritaria e antimitologica, che si esprime andando a toccare la sensorialità e le corde più intime dell'animo e che scaturisce dalla soggettività.
Platone le contrappone, e ritiene invece degna, la musica "mitologica" ed eroica, di stampo militare che invece ha una tensione più sociale e sopratutto più disciplinante.
Secondo Adorno, attraverso vari mutamenti, si è arrivati a uno stato in cui l'espressione affermata della musica "d'evasione" si è invertita diventando strumento di un sistema autoritario, scalando però a un livello prettamente commerciale; quella musica che permetteva l'ascesi è componente prima della reificazione musicale.
Nella seconda parte della lezione si è presa in considerazione un idea del nostro collega Jacopo, interessato a sviluppare l'influenza dell'alcol nella percezione dell'arte contemporanea.
In questa ottica si è posta all'attenzione la possibilità di proporre un' opera artistica che si esprima attraverso il pubblico.
Ad aggiungere suggestioni in questo senso è il fatto che esistano manifestazioni enologiche basate su tappe di bevuta (Enotica, Ombralonga, Maratombra), e quindi lo sviluppo dell'idea potrebbe andare verso una direttiva da dare al pubblico partecipante, attraverso tabelle etilometriche.
E' stata presa in considerazione anche la possibilità di rendere fruibile la mostra solo a un pubblico non astemio, ma questo sottrarrebbe un elemento d'osservazione neutrale che sarebbe lo spettatore dell'eventuale opera.
Meno contingenti altre impressioni, comunque riferite al bere, come la competenza enologica, ovverosia l'incompetenza inevitabilmente diffusa nel distinguere e gustare i vini, fino a sviluppi quali la produzione di vini contraffatti; quello che di solito è ritenuto certo, come per tutte le cose, è che se un vino costa molto deve essere per forza molto buono.
Altra suggestione è legata al collezionismo, ovvero l'acquisizione di vini molto costosi non finalizzati al consumo, l'intento paradossale ha portato automaticamente all'ironico pensiero di un inestimabile vino in cartone (consiglio il Bricchello) da collezione.
Dove porterà la ricerca di Jacopo? verso quali annebbiati traguardi giungerà? L'augurio è di barcollare ma non mollare.
domenica 26 ottobre 2008
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